L'Arcano inesistente.

Tra i Trionfi c'è chi è Matto e non sa dove stare. C'è chi è Appeso e deve decidere. C'è chi "cerca l'Uomo" con le lampade ad olio e chi è Senza Nome e fa molta paura.
Poi c'è Naeratus: l'Arcano inesistente.

giovedì 22 settembre 2011

L'ultimo passo per tornare a correre.

Questo era davvero l'ultimo passo che mancava per tornare a correre.
Sono stanca di nascondermi. Non c'è ragione. Non ho bisogno.
Non voglio più togliere il disturbo. Mi avete frantumato l'anima in mille pezzi. Straziata, violentata, uccisa. Massacrata in un angolo nella mia Nigredo.

Da dietro le grate, in una sola sera, la storia della mia vita. Ho mescolato i ricordi. Ho rinchiuso i giorni nei giorni. Ho scelto di annusare il tramonto.
L'olfatto incide la memoria e richiama i rigurgiti di emozioni. Quelli che vengono da dove è profondo. Quelli che arrivano alle vibrisse dei gatti, come alla pelle degli uomini.
Ho passato occhi su occhi in rassegna. Mi sono respinta. Mi sono riconosciuta.

La rabbia è ciò che mi mancava. La sola che potesse chiudere questa mezza danza macabra.
La sola che può proteggere chi davvero non ha colpe.


Adesso non lascerò che nessuno ferisca il mio mondo.
È in bilico. È incerto. Ha parole silenziose.
Ma sento che è bello.
Ha la fragilità e la forza di un sorriso e io giuro di volerlo difendere col sangue.

Adesso ho Altro a cui pensare. È qualcosa di importante. Ha qualcosa di vivo.
Con libertà e poesia”, mi hanno suggerito...E ha un gusto che mi è piaciuto.
Adesso è il momento di passare al Maggiore.
Adesso.
Adesso...Albedo.

giovedì 15 settembre 2011

Bianca.

Bianca stava ascoltando la musica e non sapeva che quattro giorni dopo il disco si sarebbe rotto.
Il ritmo del reel aveva incalzato talmente tanto che era andata fuori tempo.
Rovinosamente.
Qualcuno sa che le fu offerto un metronomo usato.
Rifiutò senza pudore, rischiando da sola il disastro.
Adesso sta ballando da sola in mezzo al giardino. La musica si è svegliata dentro.
I vicini si affacciano alle finestre. Sembrano gatti rossi.
Mi guardano male” lei pensa. Quando pensa di meno invece crede che siano semplicemente sordi.
Nel mentre, sogna di partire per il Nord.

Bianca è l'ombra di un superlativo.
Bianca ricorda e sente. Ascolta il sangue dentro.
Davanti ai fiori dei castelli respira la notte e il giorno, abbraccia l'universo e la terra, lecca le ferite proprie. E altrui.
Cerca nuove canzoni.
I vicini la chiamano e non la trovano. Sembrano formiche.
Certo, ma solo se li vedi qui dall'alto” lei mormora. Quando invece sprofonda nel mare...non li vede. Quindi non ci sono.
Nell'acqua il suono è un'onda. Fu per questo che gli diede la mano.

Bianca ha bisogno di nutrirsi.
Beve caffè e spine. Annusa tabacco. Infonde mescalina.
Quando si sbucciò il ginocchio ci pianse sopra.
Poi era il segno di un viaggio. Lo reinventò e lo coprì con la garza bianca. Bianca.
I vicini non lo sanno. Sembrano ombre lunghe nella sera.
Dipinge quadri con gli odori.
I tramonti, ad esempio, profumavano di sale. Adesso sanno di ippocastani. Domani...
Domani chissà se avrai ancora un naso” lei scherza. Ma crede di sì.
Fa sempre una faccia buffa quando gioca. E, detto questo, regalò un sorriso in apnea.

Bianca scrive perché non riesce a parlarsi.
Bianca si manca, ama e non rinnega.
Osservare e domandare. Tutto è lecito. Rispondere è solo cortesia.
Come quando bussi...come quando telefoni”.
Come quando ti guardi e non sai dove andremo.