Un po’ di fumo, tutt’intorno, rendeva quell’atmosfera già un po’ blasé di chi pensa e non parla, di chi osserva e non dice, un cubo di aria al sapor di anice e cannella.
Con un retrogusto di rosa…ma quello si sente sempre dopo.
“Sai qual è il problema?”
Anche i fiori secchi respiravano la notte.
“…A proposito di cosa?”
“Di tutto…e di niente.”
Le ombre iniziavano ad apparire sugli alberi di fronte al davanzale, con una timidezza degna solo del crepuscolo.
“…Il problema è quando non trovi più le parole per raccontarti.” La brezza lassù era fredda, nonostante si fosse già varcato giugno. “…A quel punto, non so…o cerchi un buon suggeritore…O non ti resta che chiamare il sipario.”
Tagliò la sottile colonna d’incenso con una mano ed accennò un sorriso al sapor di limone.
Aveva un che di buffo il riflesso del buio della stanza su quel vetro irrimediabilmente ticchettato da una pioggia un po’ vecchia e dalla pigrizia.
L’altro si scostò dal davanzale con un gesto più o meno deciso: iniziava ad avviarsi verso la cucina, e lui lo guardò con sguardo interrogativo.
“…Ma nessuno ti impedisce di iniziare ad inventartene di nuove.”
Era di spalle. Ma la voce chiarissima.
“Vieni. E’ abbastanza tardi perché il tè sia pronto.”
Lui alzò un sopracciglio e ridacchiò, chiudendo la tenda.
“Di tutto…e di niente.”
Le ombre iniziavano ad apparire sugli alberi di fronte al davanzale, con una timidezza degna solo del crepuscolo.
“…Il problema è quando non trovi più le parole per raccontarti.” La brezza lassù era fredda, nonostante si fosse già varcato giugno. “…A quel punto, non so…o cerchi un buon suggeritore…O non ti resta che chiamare il sipario.”
Tagliò la sottile colonna d’incenso con una mano ed accennò un sorriso al sapor di limone.
Aveva un che di buffo il riflesso del buio della stanza su quel vetro irrimediabilmente ticchettato da una pioggia un po’ vecchia e dalla pigrizia.
L’altro si scostò dal davanzale con un gesto più o meno deciso: iniziava ad avviarsi verso la cucina, e lui lo guardò con sguardo interrogativo.
“…Ma nessuno ti impedisce di iniziare ad inventartene di nuove.”
Era di spalle. Ma la voce chiarissima.
“Vieni. E’ abbastanza tardi perché il tè sia pronto.”
Lui alzò un sopracciglio e ridacchiò, chiudendo la tenda.
("Le parole." Naeratus, Tallinn - 02 Giugno 2009)